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Non è un quadro ottimistico quello che traccia il "Global Risk 2023" del World Economic Forum (Wef). Secondo il rapporto «i principali rischi attuali nel mondo sono l'energia, il cibo, l'inflazione e la crisi complessiva del costo della vita. Nei prossimi due anni, la crisi del costo della vita rimane la minaccia numero uno, seguita da disastri naturali e guerre commerciali e tecnologiche». Inoltre, nei prossimi 10 anni, la mancata mitigazione ed adattamento climatico, con la perdita di biodiversità e collasso dell'ecosistema, sono visti come «Uno dei rischi globali in più rapido deterioramento». Mentre il confronto geo-economico, l'erosione della coesione sociale e la polarizzazione della società, la diffusione della criminalità informatica e dell'insicurezza informatica e la migrazione involontaria su larga scala figurano tutti tra i primi 10 rischi nei prossimi 10 anni. Il rapporto evidenzia che « da un lato, c'è un ritorno a rischi "vecchi", simili all'era di bassa crescita, alta inflazione, volatilità energetica, bassi investimenti degli anni '70, sullo sfondo della Guerra Fredda, che sono storicamente compresi, ma vissuti da pochi, nelle attuali generazioni di leader aziendali e responsabili delle politiche pubbliche e parallelamente, ci sono sviluppi, relativamente nuovi, nel panorama del rischio globale: livelli storicamente elevati di debito pubblico e privato, il ritmo sempre più rapido dello sviluppo tecnologico, la crescente pressione dell' impatto del cambiamento climatico, nonché le terribili prospettive future. Insieme, tutti questi fattori, stanno convergendo per creare un decennio 2020 unico, incerto e turbolento».